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Autonomia energetica domestica: l’Italia è il paese più caro d’Europa

Autonomia energetica domestica

Quanto ci costa la NON autonomia energetica domestica?

Viviamo in uno dei paesi migliori al mondo sotto tanti punti di vista.

Arte, moda, cultura enogastronomica…

Non ci facciamo mancare, però, anche qualche record negativo.

Uno di questi è il fatto di essere il paese più caro d’Europa in tema di riscaldamento.

Sì, riscaldare le nostre case costa di più rispetto a qualunque altro paese europeo.

Perché questo record? Perché in Italia costa così tanto stare al caldo a casa propria?

I fattori che rendono l’Italia, “paese del sole”, il più “costoso da scaldare” in Europa, sono sostanzialmente 3:

  • Costo esagerato dei combustibili
  • Stato di degrado delle case italiane
  • Tecnologie inefficienti

Costo esagerato dei combustibili

Questo è il primo motivo per cui è fondamentale, oggi, avvicinarsi all’autonomia energetica domestica.

Siamo il paese con il gasolio più caro d’Europa e per quanto riguarda il metano la situazione non è molto diversa.

Tutti sappiamo che l’Italia è uno dei paesi con più imposte rispetto alla media europea.

Le imposte che paghi su gas e gasolio sono di 2 tipologie: IVA e ACCISE.

Per farti capire quanto incidono, su un litro di gasolio da riscaldamento, che costa circa 0,5 €/l (prezzo già più caro rispetto a molti altri paesi), ne paghi altri 0,4 di accise, arrivando a 0,9 €/l. Poi ci paghi l’IVA, che su 0,9 sono circa 0,2 €/l arrivando a 1,1 €/l.

Su questo tema ci sono 2 cose che reputo abbastanza inaccettabili.

La prima è che le imposte totali (0,6€/l) sono maggiori del costo stesso del gasolio (0,5€/l). La seconda è che paghi l’IVA sull’accisa.

Cioè, paghi un’imposta sull’imposta! Straordinario!

Sul metano le accise sono più basse, poco meno di 0,2 €/l, ma non cambia di molto il risultato finale.

Per sintetizzare, i combustibili in Italia si pagano circa il 50% in più rispetto alla media europea.

Stato di degrado delle case italiane

Un altro aspetto che incide negativamente sul costo per il riscaldamento domestico è lo stato degli immobili.

Ad oggi, circa 1/5 degli immobili italiani, cioè oltre 2 milioni di edifici, è in condizioni di forte degrado.

La maggior parte degli edifici esistenti è stata costruita oltre 30 anni fa, con tecniche costruttive che non prevedevano nessun tipo di isolamento termico e nessuna protezione dalle dispersioni di calore.

Infatti, se la tua casa è stata costruita negli anni 80-90 e non hai fatto nessun intervento di isolamento, probabilmente sta consumando circa 10 volte quello che consumerebbe una casa in classe A2 di pari metratura.

Non il doppio, sto parlando di 10 volte! Vuol dire, ad esempio, 400€/anno anziché 4.000€/anno.

Infatti nelle ristrutturazioni importanti vengono quasi sempre valutati interventi di isolamento termico, in maniera da contenere le dispersione e poter installare impianti con potenze minori.

Se invece rimani con il tuo muro in pietra spesso 50 cm o con la doppia fila di mattoni e la cassa vuota all’interno, per te l’autonomia energetica domestica rimarrà un miraggio.

Tecnologie inefficienti

Anche per quanto riguarda le tecnologie impiantistiche non siamo nelle prime posizioni.

Molti edifici utilizzano ancora vecchie caldaie a basamento (quelle a terra per intenderci), alcune delle quali a gasolio. Gli impianti di riscaldamento molto vecchi possono avere efficienze anche sotto il 60%, consumando quindi il 40% di energia in più rispetto al calore necessario.

Detto questo, non basta sostituire la tua vecchia caldaia con una tecnologicamente più avanzata. Il riscaldamento a gas, gpl o gasolio rimane comunque quello più costoso da alimentare e che ti tiene lontano dall’autonomia energetica.

Problemi di percezione

Questi 3 fattori, sommati, portano il nostro paese ad essere il più caro d’Europa (o comunque sul podio) in tema di riscaldamento domestico.

Il problema di avere delle bollette salate da pagare è percepito in maniera omogenea un po’ da tutti. Da chi possiede un monolocale e da chi deve scaldare 600mq di villa.

Ciò che è percepito molto meno, però, è la reale urgenza di togliersi da questa scomoda situazione.

Spendere 3000, 4000, 5000€/anno per scaldare casa, per quanto fastidiosa, non è sempre vista come un’urgenza da risolvere immediatamente.

Anche perché spesso non si è consapevoli di QUANTO e di COME si possa risolvere.

La realtà dei fatti, però, è che non abbiamo la percezione di quanto ci costa posticipare alcune azioni.

Ad esempio, ipotizziamo tu spenda 4000€/anno per il riscaldamento di casa. Con 2 interventi hai la possibilità di ridurre quel costo da 4000€ a 1000€, risparmiandone, quindi, 3000 all’anno.

Non voglio addentrarmi sul tipo di intervento. Considera semplicemente che si tratta di investimenti che puoi ripagarti in circa 6-8 anni.

Più che altro voglio indirizzare la tua attenzione su quanto ti costa posticipare di un solo anno questo tipo di azione.

È abbastanza intuitivo, spostare l’intervento di un solo anno, ti costa 3.000€, cioè quanto il mancato risparmio.

Spostarlo di 3 anni ti costa, invece, oltre i 9.300€, perché nel frattempo il costo dell’energia, come quello dei combustibili, continua a salire del 3-4% annuo.

E considera che 9.000€ sono una parte consistente del costo dell’eventuale intervento.

Questo è solo un esempio. È per sottolineare come, a volte, non ci rendiamo conto di quanto ci costa posticipare le nostre azioni.

E poi diciamoci la verità: noi italiani, siamo un po’ pigri per natura. Spesso preferiamo non pensare ai problemi invece di risolverli subito.

O comunque tendiamo a posticipare eventuali rotture di scatole piuttosto che togliercele subito dai piedi.

Quante volte senti la gente lamentarsi del governo, della crisi, delle teorie del complotto, delle scie chimiche…
È sempre colpa degli altri o degli eventi sfortunati, però non muovono mai un dito per provare a cambia la propria situazione sociale o economica.

Chi è sempre senza soldi dà la colpa alla crisi, chi è senza lavoro dà la colpa al governo. Cose verissime, per carità, non siamo di certo in una situazione politico-economica solida e rassicurante, ma esiste anche un saper stare al mondo senza sempre dipendere dagli altri o dagli eventi.

Bene, se hai letto fin qua sicuramente non sei così pigro e non fai parte di queste categorie.

Se sei una persona che prova a risolvere i problemi invece di posticiparli e che affronta le situazioni di petto, sai bene che le soluzioni esistono. Sempre.

E se le soluzioni non sono lì a portata di mano, trovi il modo di crearle!

Per risolvere il problema dei costi di riscaldamento, soprattutto se hai una casa molto grande e con consumi importanti, la strada da percorrere è ovviamente quella di avvicinarti il più possibile all’autonomia energetica.

Renderti indipendente dai vari enti che oggi stai pagando profumatamente per stare semplicemente al caldo a casa tua.

E meno male che siamo il paese del sole.

Abbandonare il gas, il primo passo per la tua autonomia energetica domestica

Alla fine della fiera, per renderti indipendente dai gestori energetici, il primo passo è quello di eliminare il gas e convertire la tua casa (non solo il riscaldamento, ma tutte le utenze, comprese cucina e acqua calda) in una casa senza gas.

O meglio, in una casa elettrica.

In questa prima fase hai la possibilità di eliminare completamente l’allacciamento del gas e chiudere definitivamente il contatore, in maniera da non pagare più nulla, nemmeno le quote fisse.

Oltre a questo, solamente con questa operazione avresti già un risparmio netto sui consumi, quantificabile mediamente intorno al 30-35%, sia per la cottura che per tutta la parte termica.

Vuol dire che i tuoi 4.000€/anno di riscaldamento, ACS e cottura, scenderebbero facilmente sotto i 2.800.

Preciserei una cosa. Quando parlo di conversione in elettrico intendo:

  • pompa di calore per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria
  • piano a induzione per la cottura

Escludo, quindi, qualsiasi sistema che utilizza resistenze elettriche quali boiler, serpentine e radiatori elettrici (fatta eccezione del forno elettrico, per cui le tecnologie alternative non sono ancora mature).

A questo punto, il secondo step è quello di installare un impianto fotovoltaico adeguatamente dimensionato per produrre l’energia elettrica necessaria alla tua casa.

Addirittura, se l’impianto fotovoltaico ha un sistema di accumulo a batteria potresti arrivare ad azzerare completamente anche la fattura della luce (ma senza distacco in questo caso).

Considera che il futuro dell’energia elettrica domestica, in Europa, non sarà il distacco completo dalla rete, ma bensì lo scambio di energia tra privati.

Situazione presente in diversi paesi Europei e già integrata nel progetto Casa Senza Gas per tutto il territorio Italiano!

L’Energy Sharing (condivisione dell’energia), infatti, sarà la chiave di volta per abbattere gli enormi costi fissi che oggi paghiamo sulle fatture elettriche per la gestione delle reti, il dispacciamento, il bilanciamento ed il trasporto, con le relative perdite.

Abbandonare il gas, quindi, è tecnicamente l’unica strada per rendersi indipendenti dai gestori energetici e vivere la tua casa in maniera decisamente più spensierata.

A presto, Stefano.

Scarica il Report "Vivere una Casa Senza Gas"

In questo report troverai informazioni fondamentali su:

- Come eliminare il GAS dalla tua casa
- Quali sono i vantaggi di una Casa Senza Gas
- Come valutare le giuste AZIENDE per gli interventi

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6 commenti su “Autonomia energetica domestica: l’Italia è il paese più caro d’Europa”

  1. Grazie. Intervento completo e molto tecnico, e veritiero.
    Considero però i pannelli solari anti estetici…ed il cappotto esterno una ”crosta” , attorno a casa. Tra l’altro hanno una durata con (termine)..non sono eterni.!!, seconda cosa..?! devo metter fuori dal taschino 30.000 eurini. Non cosa da poco. IL Metano non costerebbe neanche molto, ma sono i costi di gestione e le tasse…che raddoppiano il tutto.!
    Addio pietra vista…avremo case rivestite di pannelli…(cosa bisogna fare per avere un pò di caldo)..accidenti……
    ….”che Schifo”..!!!

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